venerdì 29 giugno 2012

IL PAPILLOMA VIRUS

Il virus HPV si trasmette con i rapporti sessuali, completi e non: si tratta di una infezione comune e si stima che nel mondo oltre il 75% delle donne siano state infettate dal virus durante la loro vita. 
L'utilizzo corretto del preservativo durante ogni rapporto sessuale è in grado di ridurre, ma non eliminare, il rischio di infettarsi con il virus HPV.
Spesso la donna non si accorge di essersi infettata: in 3 casi su 4 l'infezione è asintomatica e si risolve spontaneamente. Invece in 1 caso su 4 può provocare lesioni benigne (condilomi) oppure altre lesioni che invece, se non trattate, possono portare a tumori della cervice uterina. 
Da quando si contrae l'infezione a quando si sviluppa il tumore possono passare anche 20-30 anni, per cui i tumori che colpiscono le donne di 45-50 anni sono la conseguenza di infezioni contratte in giovane età. 

In Italia, nel 2007, l'Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato la commercializzazione di due vaccini contro il papilloma virus umano (HPV), virus responsabile della quasi totalità dei casi di tumore del collo dell'utero (o cervice uterina). Dal 2008 i vaccini sono offerti gratuitamente dalle strutture pubbliche a tutte le bambine all'età di 12 anni.  
La vaccinazione è raccomandata a 12 anni perché si tratta di vaccini capaci di prevenire l'infezione e non di curarla. Devono essere somministrati prima che la persona sia stata infettata dal virus, quindi prima del primo rapporto sessuale. Infatti la vaccinazione ha la massima efficacia nelle donne che non sono entrate in contatto con il virus: l'effetto protettivo diminuisce notevolmente se si è già entrati in contatto con uno o più dei ceppi virali contenuti nel vaccino. 
Quindi per tutte le donne che hanno già avuto rapporti sessuali l'arma più efficace e sicura a disposizione per prevenire i tumori del collo dell'utero è il Pap Test. 

IL PAP-TEST 
É uno studio citologico delle cellule che desquamano dalla cervice uterina e si ritrovano nel secreto presente attorno alla cervice stessa e nel fornice vaginale inferiore. Il secreto può essere raccolto in maniera del tutto indolore e non invasiva tramite una spatolina di legno ed uno spazzolino endocervicale introdotti in vagina dopo applicazione di uno speculum, e semplicemente strisciati nella zona che interessa. Il materiale raccolto viene poi steso su vetrini, colorato e fissato rapidamente, e letto al microscopio per la ricerca dei segni cellulari della trasformazione cancerosa. 
L'implementazione dello screening citologico con il Pap test, attraverso programmi organizzati, si associa ad una riduzione della mortalità legata alle neoplasia cervicale del 60-90%. 
Il successo dello screening dipende dal fatto che: 
• la progressione da lesioni precancerose a tumore invasivo è lenta, mediamente oltre 20 anni; 
• è possibile identificare le alterazioni citologiche ancor prima che si sviluppi la malattia invasiva; 
• esistono interventi efficaci e non invalidanti per eliminare le lesioni precancerose; 
• la strategia di screening basata sulla ripetizione nel tempo del test (ogni 3 anni) aumenta la sensibilità dello stesso, quindi la probabilità di identificare la maggior parte delle donne portatrici di lesioni precancerose. 

IL PAP TEST PUÒ SALVARE LA VITA DI UNA DONNA

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