giovedì 15 marzo 2012

I PROBLEMI DEL SENO

Esistono numerosi problemi del seno che a volte rendono difficile l’allattamento.
La diagnosi ed il trattamento di questi problemi servono sia a curare la madre sia a permettere la prosecuzione dell’allattamento.

CAPEZZOLI PIATTI O INVERTITI
Il trattamento prenatale solitamente non è utile e molti capezzoli migliorano al momento del parto, senza alcun trattamento.
Se i capezzoli sono piatti o invertiti all’inizio può essere difficile l’attaccamento corretto del bambino, ma con pazienza e calma il seno migliorerà e la suzione del bambino aiuterà il capezzolo a protrudere.
E’ necessario, quindi, lasciare che il bambino tenti di attaccarsi quando lo desidera, imparando da solo la tecnica migliore e ricordandosi che il bambino succhia dalla mammella e non dal capezzolo. Tentare anche con posizioni diverse o spremendo delle gocce di latte nella bocca del bambino per invogliarlo.
Nel caso in cui, dopo diversi tentativi, non si riesca ancora ad attaccarlo, si può far protrudere il capezzolo prima della poppata: può essere sufficiente la stimolazione tattile, oppure possono essere utilizzati tiralatte, siringa o delle piccole pompette tira capezzolo.
E’ importante, però, facilitare l’attacco del bambino ammorbidendo il seno (che dopo la montata può essere teso e turgido), spremendo un po’ di latte e somministrandolo con una tazzina.
Fino a quando il bambino non ha imparato ad attaccarsi correttamente, non utilizzare ciucci o biberon, che rischierebbero di confonderlo.

L’INGORGO MAMMARIO

Le differenze tra un seno normalmente pieno ed un seno ingorgato sono le seguenti:

- Seno pieno: caldo, pesante, duro, il latte fluisce, assenza di febbre
- Seno ingorgato: dolente, edematoso, pelle tesa, lucido o rosso, il latte non fluisce, probabile febbre per 24 ore

L’ingorgo può essere causato da eccesso di latte, ritardo nell’inizio dell’allattamento, attacco scorretto, poppate poco frequenti o restrizione della durata della poppata.
Per prevenirlo è necessario iniziare ad allattare al seno subito dopo il parto, assicurare un attacco corretto e adottare l’allattamento a richiesta.

Per trattare, invece, l’ingorgo mammario è essenziale rimuovere il latte ed il modo migliore per farlo è attaccare frequentemente il bambino al seno. Se il latte non viene rimosso, può svilupparsi una mastite o un ascesso e diminuisce la produzione del latte stesso.
Se il bambino non riesce a succhiare spremere il latte manualmente o con un tiralatte per rendere il seno sufficientemente morbido all’attacco.
Prima di allattare è utile stimolare il riflesso dell’ossitocina: fare degli impacchi caldi sul seno, farsi massaggiare schiena e collo, fare un leggero massaggio al seno, stimolare il capezzolo e rilassarsi.
Dopo la poppata, invece, fare impacchi freddi sul seno per ridurre l’edema.

Entro 1-2 giorni si riuscirà a continuare l’allattamento normalmente.


DOTTO GALATTOFORO BLOCCATO E MASTITE
La mastite può svilupparsi in un seno ingorgato, oppure può essere la conseguenza di una condizione del seno chiamata dotto galattoforo bloccato.
Il blocco del dotto avviene quando il latte non è rimosso da una certa zona del seno e può presentarsi con gonfiore, dolore e rossore della cute sovrastante il dotto. Non è presente febbre.
Se il latte bloccato non viene rimosso, può verificarsi un’infiammazione del tessuto mammario, chiamata mastite non infettiva.
Se, invece, la mammella si infetta, si verifica una mastite infettiva.

Le cause del dotto galattoforo bloccato sono:
- svuotamento insufficiente del seno o di una sua parte, dovuto a poppate poco frequenti, suzione inefficace, pressione dei vestiti o delle dita durante la poppata
- trauma del seno con danneggiamento dei tessuti
- ragade del capezzolo, che permette ai batteri di penetrare

Il trattamento primario consiste nel migliorare lo svuotamento del seno, variando la posizione del bambino, massaggiando la zona ingorgata verso il capezzolo e prestando attenzione alle cause precedenti. E’ consigliato, inoltre, iniziare la poppata dal lato sano per non innervosire il bambino.
Se l’allattamento risulta inefficace, provare a spremere il latte.
Ricordarsi che se il latte resta nella mammella, ci sono maggiori probabilità che si verifichi un ascesso.
Successivamente, nel caso di sintomi gravi, ragadi o mancato miglioramento in 24 ore, è necessario assumere antibiotici (Flucloxacillina o Eritromicina), analgesici (paracetamolo) e restare a totale riposo.

CAPEZZOLI DOLENTI
Il dolore ai capezzoli può essere dovuto a differenti cause: attacco scorretto; presenza di ingorgo, ragadi o Candida al seno; bambino con frenulo linguale corto o Candida.

E’ importante sapere che il dolore è temporaneo e con piccoli accorgimenti dopo pochi giorni si può allattare in modo assolutamente tranquillo:
- continuare ad allattare frequentemente, evitando di provocare altre problematiche
- non utilizzare saponi e non strofinare il seno
- non è necessario lavare il seno prima e dopo la poppata, ma è sufficiente lavarlo come il resto del corpo. Infatti, l’acqua rimuove i grassi naturali della pelle e può aumentare l’irritazione
- evitare pomate o lozioni medicinali perché possono irritare la pelle
- dopo la poppata passare con le dita un po’ di latte spremuto sul capezzolo e sull’areola per favorire la cicatrizzazione.

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