domenica 5 febbraio 2012

TRAVAGLIO E PARTO IN ACQUA

Il momento della nascita è la fine di un'esperienza e l'inizio di un'altra. È un passaggio dall'essere solo donna o solo uomo al diventare madre o padre, dall'essere feto al divenire figlio. Travaglio e parto costituiscono una grande prova fisica: la donna si misura con il proprio corpo, ma anche con la mente, con le proprie paure, con il dolore e la capacità di sopportarlo. Nascere è un evento naturale, ma diventa più naturale se il bimbo può passare dal liquido amniotico all'acqua.
Da alcuni anni in diverse strutture ospedaliere è possibile effettuare il parto in acqua.
Anche in Italia la "tecnica" si sta capillarmente diffondendo grazie all'esperienza ed alle ricerche effettuate su migliaia di parti in questi ultimi dieci anni.
Non è stato infatti riscontrato alcun effetto collaterale associato.
Sfatati i vecchi pregiudizi legati a fantomatici rischi igienici, il parto in acqua diventa una delle opportunità a disposizione della mamma e del nascituro.
In merito alla possibilità per il nascituro di inalare acqua in occasione del parto, occorre segnalare che il riflesso apneico è perfettamente funzionante: la percezione della presenza di acqua a livello peribuccale inibisce la respirazione e nel caso in cui dell'acqua entri nel cavo orale, il riflesso faringeo stimola la deglutizione.

In ogni caso, è bene sapere che al momento della nascita, l'ostetrica/o non lascia il piccolo sott'acqua, lo sorregge in superficie detergendo il viso e praticando l'aspirazione delle mucosità presenti nel cavo orale con un piccolo sondino (abituale pratica in uso al momento di ogni parto).
I protocolli di assistenza al parto in acqua degli ospedali, non prevedono la possibilità di utilizzo di questa pratica nei casi in cui siano presenti importanti patologie materne o fetali: la gestosi, l'ipertensione arteriosa, l'iposviluppo fetale e le sofferenze fetali sono attualmente delle controindicazioni all'uso della vasca.
L'osservazione dei parti ha permesso di creare dei protocolli di assistenza al parto che prevedono l'immersione della travagliante solo nella fase di travaglio attivo, quando cioè, la trasformazione del collo uterino si è completata, ed è iniziata la dilatazione con la presenza di contrazioni efficaci, regolari ed ingravescenti.
Tale condizione è adottata per evitare l'effetto sedante e ritardante dell'acqua calda nella fase iniziale del travaglio, quella dei prodromi

I VANTAGGI PER MAMMA E BAMBINO
L'immersione in acqua calda, permette il rilassamento della muscolatura e la produzione di endorfine: sostanze naturali con effetto analgesico e miorilassante.
Il rapporto bioenergetico con l'elemento acqua, favorisce inoltre il contatto interiore e profondo della partoriente.
Infatti sappiamo bene che solo l'assenza di stimoli dell'ambiente esterno può permettere lo stato di concentrazione, di introspezione.
L'ossitocina infatti è prodotta dall'ipofisi, una piccola ghiandola posta sotto gli emisferi cerebrali e da questi influenzata alla produzione.
E' quindi la porzione più antica del cervello a regolare il travaglio.
Ed è per questo motivo che gli stimoli esterni, sollecitando la corteccia, inibiscono i fisiologici processi neurochimici.
Inoltre, dall'osservazione dei parti in acqua si sono evidenziate una riduzione della componente dolorosa, una riduzione dei tempi del travaglio ed una diminuzione delle episiotomie (per il maggior rilassamento della muscolatura del perineo). L'acqua calda favorisce anche una maggiore irrorazione sanguigna dei genitali e per questo motivo le lacerazioni spontanee della zona vagino-perineale sono molto rare anche nelle primipare, cioè nelle donne al primo parto.

Aggiungerei inoltre la maggior protezione della privacy materna in quanto n acqua gli operatori suono "fuori" e di conseguenza gli interventi sanitari si riducono notevolmente.
I vantaggi per il nascituro nel parto in acqua sono direttamente legati allo stato favorevole vissuto dalla madre: i tempi ridotti del travaglio-parto e la maggior produzione di endorfine materne, che passando la placenta determinano un effetto sedante e rassicurante, sono condizioni favorevoli all'esperienza di nascita.
Occorre comunque ricordare che in occasione della sua espulsione, la principale necessità del neonato è di respirare senza troppi traumi ed è sicuramente molto più dolce per il piccolo essere accolto in un ambiente a lui più familiare come l’acqua, per poi essere appoggiato sulla pancia della mamma.
Il neonato avrà in seguito, l'opportunità di immergersi in apnea nei corsi di acquaticità neonatale.

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